Carissimi alunni del nostro amato Liceo “San Paolo”,

eccoci arrivati alle festività natalizie, quest’anno particolarmente “strano” per via del Coronavirus”, ma sicuramente occasione di incontro con quel Dio così buono che si è fatto piccolo nel bambinello Gesù. L’intimità e la tenerezza del presepe sono un po’ immagine della nostra scuola, da tutti i quasi 400 alunni che si sono succeduti in questi 30 anni della sua storia, ritenuta “una grande famiglia”, una pigna nell’unità di intenti formativi e nella condivisione di valori umano-cristiani che ci ispirano. A chiusura di quest’anno, nel quale abbiamo festeggiato il Trentesimo Anniversario del nostro Liceo, vogliamo metterci in fila anche noi con umiltà insieme ai tanti che fanno cultura senza presunzione, che insegnano con paternità, che educano alla vita buona del Vangelo, arrivando, come i saggi Magi di fronte alla culla del Dio fatto bambino, con la saggezza del cuore e della mente, ma con la consapevolezza dell’incomprensibile mistero che ragione non esclude, ma che richiama le “ragioni del cuore” di cui il grande Pascal si fece interprete.

Il Natale di Cristo è la fonte del “Magister sapiens”, del maestro vero e sapiente, di colui il quale insegna la “Verità” appunto, e se fa conoscere vie alternative, lo fa soltanto per avvalorarla, per meglio indirizzare, – conoscendo gli errori della storia e del pensiero -, l’alunno, alla fonte della Verità rivelata che è Gesù Cristo Incarnato nel seno della Vergine Maria, direttamente nelle Sacre Scritture e nel Magistero della Chiesa e indirettamente nel pensiero e nelle varie Arti e Scienze Umane che l’hanno prima preceduta, preparandone il terreno, poi meglio approfondita avendola contemplata. Se in questo periodo di Pandemia siamo stati obbligati ad una comunicazione virtuale e lezioni in DAD adesso siamo chiamati, a Natale, ad una comunicazione “in presenza” di fronte al Dio che si è fatto vicino, presente in mezzo a noi, a Gesù bambino che pur lontano nel seno della Trinità non ha preferito una rivelazione artefatta da “vicinanze in lontananze” come facciamo noi con i nuovi mezzi di comunicazione, ma ha scelto la via della “carne” (Il Verbo si è fatto carne), la via del tangibile, la via dall’abbraccio, la via dello sguardo.

Con questi pensieri, augurando che questo Natale 2020, preludio di nuove e belle speranze per l’anno nuovo che prepara, sia un forte momento di fede, di silenzio adorante, di conoscenza mistica “dell’evento degli eventi” che ha cambiato e diviso la storia, mi permetto di porgere i miei affettuosi auguri alla Preside Maria Aurora Placanica, a tutto il Corpo Docenti, al personale ATA nella persona del carissimo Mimmo Bicchieri, estendendoli al nostro carissimo Vescovo Mons. Francesco Milito, nostra guida e grande estimatore.

Finisco con una bella immagine tratta dalle tradizioni dei nostri “fratelli maggiori” Ebrei, i quali nel Medioevo, nelle feste più importanti, usavano dare ai bambini dolcetti con dentro dei versetti della Torah (Sacra Scrittura), facendo capire ai piccoli che è “dolce la Parola del Signore”. Penso che anche noi che, a differenza dei fratelli ebrei, mangiamo nell’Eucaristia la Parola stessa fattasi carne in Gesù, possiamo ritornare a Betlemme (La casa del pane) e gustare la dolcezza del suo amore unico e ed eterno per ognuno di noi.

Auguri!!!

Don Giancarlo Musicò