Sant’Agostino, nel De Trinitate scriveva: «Se vedi la Carità, vedi la Trinità». È questa la premessa attorno alla quale si è incentrato il convegno “Essere per l’Altro”, tenutosi presso l’Aula Magna del Liceo Ginnasio San Paolo in Oppido Mamertina il 25 novembre 2023. La Carità è il filo conduttore del nostro rapportarci all’altro, inteso come prossimo, in quanto bisognoso non solo di beni ma anche, e soprattutto, di Bene. Il Serra Club, come ha ricordato la dott.ssa Antonietta Bonarrigo, coordinatrice nazionale del concorso scolastico, si impegna a favorire e sostenere le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, rivolgendo da sempre la sua attenzione alla formazione integrale della persona, per la costruzione di una società migliore; dal Serra Club è stato promosso anche quest’anno un concorso nazionale rivolto agli studenti della scuola primaria e secondaria: il tema al quale gli studenti dovranno rivolgersi per la realizzazione dei loro elaborati sarà “su come il benessere della singola persona e di ogni comunità cresca nella serenità dei rapporti interpersonali, con la partecipazione consapevole e attiva di tutti, per assicurare sviluppo e progresso sociale”.  

Ai saluti di Lucia Ioculano, Presidente del Serra Club Oppido Mamertina-Palmi, di don Rosario Attisano, gestore del Liceo Ginnasio San Paolo e rettore del Seminario Vescovile di Oppido Mamertina e del Prof. Pasquale Puntillo, Coordinatore Didattico del Liceo Ginnasio San Paolo, segue il primo intervento del convegno, durante il quale la Carità e la Cura della persona vengono declinate in ben cinque modalità esistenziali, che trovano fondamento e sviluppo in attività di supporto attivo e concreto nella nostra Diocesi, come ricorda don Emanuele Leuzzi, Presidente dell’Ente Morale Fondazione “Famiglia Germanò” Onlus. L’Ente, fondato nel 1907, venne trasformato nel corso del tempo per rispondere ai bisogno della nostra società: si occupa, ad oggi, di emarginazione, disabilità e servizi sociali, tramite la Casa-Famiglia per malati di AIDS, con sede a Castellace, la Casa di Riposo per Anziane San Fantino che ha sede a Lubrichi, il Centro di Riabilitazione ambulatoriale ed a ciclo diurno per Disabili che ha sede ad Oppido Mamertina ed infine la Residenza Sanitaria Assistenziale per Anziani “Don Loria” a Tresilico di Oppido Mamertina, ultima nata nel 2008. A testimoniare come l’Ente “Famiglia Germanò” dia nuova luce alle vite di cui si occupa, l’intervento di William, malato di AIDS, il quale ci ha emozionato raccontandoci il suo passato di dolore. Oltre al calvario della malattia, William ha dovuto sopportare anche il disprezzo del fratello e le sue calunnie, passando inoltre attraverso la dura esperienza del carcere di Rebibbia.

A tal proposito, le parole che più hanno colpito noi ragazzi sono state “dall’inferno di Rebibbia sono passato al paradiso della Casa Famiglia Germanò”. È ripensando anche a William che sentiamo ancora attuale e vivo il famoso verso di Terenzio «homo sum, humani nihil a me alienum puto»: sono un uomo, penso che nulla di umano mi sia estraneo. Lo stesso concetto di universalità, che si traduce in solidarietà, è ripreso da Lattanzio, autore cristiano di III secolo d.C., il quale scrive che «il principale vincolo che unisce gli uomini fra loro è l’umanità», perché siamo tutti fratelli. Esempio vivo di ciò è la Croce Rossa Italiana, costituita da ben 150.000 volontari, che si occupa della promozione della persona umana e della cultura della pace attraverso un servizio non meramente assistenzialistico: oltre alla donazione del sangue, le attività di pronto soccorso e di soccorso stradale, assicura anche supporto psicologico, garantendo una cura globale alla persona. Il volontariato, come ha ben suggerito Emanuele Fazzalari, Presidente del Comitato Croce Rossa Italiana di Taurianova, è un esempio nobile di cittadinanza: una croce rossa, tanto basta ad alleviare una sofferenza.

La terza voce del paradigma della Carità è: immigrazione. I gommoni e i barconi di fuggiaschi che affondano nel canale di Sicilia, hanno percorso le stesse vie di Enea, in rotta verso i Cartaginesi. Nell’Eneide, Virgilio definisce questi emigranti rari nantes, “sparsi naufraghi”: leggendo oggi questi versi, l’attenzione cade drammaticamente su rari e non su nantes, perché in pochi scampano nuotando dai gommoni sfondati. Il primo libro dell’Eneide è ancora cronaca contemporanea: Didone offre ospitalità ai fuggiaschi, è una grande regina, non nega il suo hospitium, l’accoglienza. Didone risponde non ignara mali miseris succurrere disco “non ignara di mali imparo a soccorrere i disgraziati”: a soccorrere non si impara una volta per tutte, ma si impara di continuo, volta per volta. È quanto abbiamo ricordato ascoltando la canzone “La lettera al di là del mare”, presentata da Massimo Ranieri al Festival della canzone italiana nel 2022. La cattiva gestione dei flussi migratori è responsabilità collettiva e individuale, è uno scandalo per la società contemporanea, così come scandalo è la povertà: siamo una società distratta, siamo così indaffarati e persi nelle svariate impellenze quotidiane che non ci accorgiamo di quanti ci camminano accanto e necessitano di ciò che per noi è superfluo, perché la povertà vive nel pudore. Tutelando il pudore silenzioso di chi ha bisogno, la Caritas opera e si radica, non solo svolgendo servizio di mensa, ma soprattutto facendo riacquistare fiducia nel superamento di quel bisogno. È quanto ha spiegato Michele Vomera, direttore della Caritas della Diocesi Oppido Mamertina-Palmi, il quale ha menzionato il concetto di “ultimanze”, coniato durante il Sinodo da Mons. Milito, Amministratore Apostolico della nostra diocesi.

La Caritas opera anche a favore dei giovani, incentivandone la formazione professionale tramite tirocini formativi: a livello diocesano sono stati offerti ben 21 tirocini in aziende per under 35; di questi, 8 sono diventati contratti a tempo indeterminato e 2 libere professioni; inoltre, fra le 54 nuove aziende nate grazie all’attività della Caritas a livello nazionale, 2 appartengono alla nostra diocesi e riguardano l’elicicoltura, vale a dire l’allevamento di lumache a fine gastronomico. Si occupa, inoltre, dell’accoglienza attraverso i corridoi umanitari, tracciando vie sicure per un’integrazione seria nei territori della nostra diocesi, dove sono state già accolte e integrate parecchie famiglie. Accogliere vuol dire anche donare, perché l’unico modo per arricchirsi veramente e profondamente è donarsi. Ed è proprio sulla cultura del dono che si è soffermato Giuseppe Morizzi, presidente dell’AVIS comunale di Oppido Mamertina, il quale ha ricordato che la sede AVIS di Oppido è tra le più antiche sedi Avis comunali della Calabria. L’attenzione verso l’altro è linfa vitale per chi fa della propria vita una missione, una vocazione e una chiamata, come ben sa il personale del Centro Antiviolenza “Angela Morabito”, sportello territoriale di Taurianova, rappresentato dall’Avv. Rosanna Certo, consulente legale del Centro.  La violenza di genere è il prodotto di una incultura ormai generalizzata: il patriarcato non è un concetto necessariamente antitetico al femminismo, sono entrambi fenomeni etici, prima ancora che sociali, la cui storia cammina insieme. Gli eccessi dell’uno e dell’altro sfociano in una violenza di genere che trova le sue radici in disequilibri individuali prima ancora che collettivi e che, a parere nostro, non dovrebbero riguardare solo il genere sessuale ma anche, e soprattutto, la persona in quanto tale. Seneca, nell’Epistola 95 a Lucilio, scrive: «Come dobbiamo regolarci nei rapporti con il prossimo? È davvero poco non nuocere a chi dovresti fare del bene!». Essere gentili e non violenti, in un mondo che spinge invece al sopruso e alla prevaricazione, non dovrebbe però essere un merito, ma un’abitudine generalizzata e strutturata, un modo di vivere, una necessità esistenziale.

A chiusura del convegno, l’intervento illuminante di Mons. Milito, che ha regalato a noi studenti del San Paolo una lectio sul senso dell’”Esserci”: per poter essere PER l’Altro è necessario, anzitutto, essere CON l’Altro perché Tu, come me, sei quel che io sono. Come sarebbe bello il mondo se ci ricordassimo, nel nostro vivere quotidiano, che l’altro è lo specchio di noi stessi e del Dio che ci abita. Come sarebbe bello vivere se ci ricordassimo che ogni volta che diamo da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete, ogni volta che ospitiamo un forestiero e visitiamo un ammalato è a Lui che ci rivolgiamo.

A cura degli alunni della II A

Articolo pubblicato anche su Diocesi Oppido Palmi